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venerdì 9 aprile 2010

Una delle caratteristiche della nostra epoca è il rimanere conformi al modello socioeconomico stabilito, considerato come unico possibile. Probabilmente nemmeno si ammette la possibilità di pensare ad una alternativa: appare sconcertante anche solo sollevare la questione di altre strade, di cammini ancora non esplorati. Noi, gli uomini e le donne più "sviluppati" che abbiano mai calpestato il suolo terrestre, abbiamo perso l'inventiva e con essa la spinta alla sfida, al contemplare la possibilità di raggiungere altre mete, risultati che solo si intravedono, senza apparire definiti, ma che lasciano spazio all'immaginazione, al pensare a spazi ancora da costruire, a lasciarsi guidare da un sogno, senza perdere di vista la realtà, il presente dove si può rendere concreto il sogno, lo spazio di negoziazione tra meta ideale e realizzazione pratica. Sembra che si sia dimenticato il "memento audere semper", percepito in passato como costituente essenziale dell'essere umano.